La PdC sarà un'integrazione al reddito dei nuclei familiari. Per cui gran parte della cifra massima ottenibile (630 euro al mese) è già coperta dall'assegno sociale e dalle relative maggiorazioni.
In questi giorni molti si aspettano un irrobustimento delle pensioni minime e degli assegni sociali grazie alla cd. pensione di cittadinanza. Purtroppo le cose non stanno esattamente così. La pensione di cittadinanza è, infatti, solo un'integrazione del reddito del nucleo familiare, pertanto, non produce alcun incremento nè della pensione minima (quest'anno fissata in misura pari a 513 euro al mese) nè dell'assegno sociale (quest'anno fissato in misura pari a 458) nè degli assegni di invalidità civile che restano ancorati a circa 280 euro al mese.
La misura della pensione di cittadinanza oscilla a seconda di una scala di equivalenza misurata in base al numero dei componenti il nucleo familiare. Nel caso di un pensionato solo l'integrazione viene corrisposta in misura tale da far raggiungere i 630 euro al mese per 12 mesi (cioè 7.560 euro annui); se il pensionato è coniugato la misura dell'integrazione raggiunge gli 882 euro al mese. A tal fine bisogna ricordare che per la corresponsione della pensione di cittadinanza tutti i componenti il nucleo familiare devono avere compiuto almeno 67 anni di età (requisito che resta adeguato alla speranza di vita, per cui dal 2021 è destinato a crescere).
Pensione di cittadinanza e Assegni sociali
Come si spiegava essendo la PdC solo un'integrazione del reddito difficilmente queste cifre verranno corrisposte per intero. Dall'importo massimo riconoscibile occorre, infatti, sottrarre l'importo della pensione e/o degli altri redditi percepiti dal nucleo familiare tra cui, in particolare, l'assegno sociale o la pensione integrata al minimo e relative maggiorazioni sociali. Ad esempio un soggetto ultra 67enne sprovvisto di redditi nel 2019 può contare su un assegno sociale di 458 euro mensili, 5.954 euro l'anno. La pensione di cittadinanza gli porterà in dote un bottino di soli 1.606 euro annui aggiuntivi. Se questi è sposato l'assegno sociale già consente alla coppia priva di altri redditi il cumulo dei due assegni sociali a fronte, invece, di un'integrazione di soli 882 euro al mese previsti con la PdC.
Discorso ancora più svantaggioso per i titolari di pensioni integrate al minimo Inps che, come noto, possono contare nel 2019 su un rabbocco della pensione sino a 513 euro mensili se il reddito personale risulta inferiore a 6.669 euro annui. Qui l'integrazione della PdC può portare nelle tasche dei pensionati poco meno di 900 euro annui. A conti fatti la PdC è, comunque, difficile da ottenere in quanto il pensionato non deve possedere altri redditi rispetto alla pensione oggetto dell'integrazione al minimo.
Il confronto è ancora più impietoso se consideriamo che sia i titolari di pensione integrata al trattamento minimo che i titolari di assegno sociale sprovvisti di altri redditi possono godere di una maggiorazione sociale sino a 638 euro al mese dal 70° anno di età, incremento che si sovrappone quasi completamente alla PdC. In questi casi, pertanto, la pensione di cittadinanza non porterà alcun ulteriore incremento degli importi.
Va segnalato, inoltre, che se il nucleo risiede in una abitazione in locazione tramite la pensione di cittadinanza può ottenere un beneficio aggiuntivo sino a 1.800 euro annui (la cifra qui è fissa, cioè, prescinde dalla numerosità del nucleo familiare) come contributo per il canone di locazione. Anche qui il beneficio è più simbolico che pratico, consiste in 150 euro mensili.
Fonte: www.pensionioggi.it
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